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Il Giudice Italiano smaschera il pedofilo online

La notizia è quella di un GUP Milanese (Andrea Salemme) che, indagando su un pedofilo già condannato, ha voluto accedere agli archivi informatici del social network per trovare le prove di presunti altri crimini dello stesso tipo.

Il problema era che il Giudice Italiano non ha giurisdizione in California, ove è sito il server centrale di Facebook e quindi non aveva un effettivo potere legale di accedere a quegli archivi.

 

La soluzione è stata trovata dal solerte Magistrato Milanese disponendo una CTU da esperirsi con rogatoria internazionale. Della cosa è stato investito l’FBI: in America la pedofilia è un reato federale e questo ha consentito di superare i rigidi limiti sulla privacy Americani; quindi l’FBI aveva il potere di ordinare la messa a disposizione del server ai dirigenti dell’azienda di Palo Alto: piena collaborazione, per la prima volta nella storia, data la gravità del crimine.

L’Fbi ha fornito i codici numerici relativi alle chat avvenute su Facebook, decifrati da un perito che ha decriptato le conversazioni, riversati su un CD consegnato all’ambasciata USA a Roma ed infine gli atti sono stati trasmessi al GUP richiedente… saranno utilizzati per nuove indagini nei confronti del pedofilo che era allenatore di pallavolo ed adescava in rete con il nick name di Simoroller.

Sotto il profilo giuridico si tratterà ora di vedere come integrare la precedente condanna: infatti già una prima volta “Simoroller” è stato condannato per pedofilia ma solo per alcuni isolati episodi: le nuove indagini, secondo il GUP, potrebbero provare numerosissimi altri reati di pedofilia e quindi sarebbe possibile un’ulteriore condanna senza infrangere il noto limite del ne bis in idem.